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venerdì 6 aprile 2018

Droni Scoprono Nuove Linee di Nazca



I misteriosi geoglifi nel deserto del Perù

Incise nel Deserto di Nazca del Perù più di un millennio fa, le enigmatiche “linee di Nazca” continuano a catturare la nostra immaginazione. Si tratta di centinaia di geoglifi, ossia disegni sul terreno, che occupano grandi aree sabbiose e rocciose della Provincia di Nazca, che vennero incisi per pratiche rituali ancora poco comprese, ma che si pensa siano collegate alla pioggia, che in quel luogo era particolarmente richiesta per poter sostenere la vita.


Ora un gruppo di archeologi peruviani ha scoperto oltre 50 nuovi misteriosi disegni nella Provincia di Palpa, che furono tracciati sul terreno con linee molto sottili, tale che con il trascorrere del tempo sono divenute quasi invisibili all’occhio umano anche se si cammina sopra di esse. Ed infatti la scoperta è stata realizzata grazie all’uso di droni. Stando alle prime analisi eseguite sul posto i disegni dovrebbero appartenere in parte alla cultura Nasca, che interessò quella regione dal 200 al 700 dopo Cristo, e in parte alle culture Paracas e Toparà che vissero tra il 500 avanti Cristo e il 200 d.C..

Molti dei nuovi disegni raffigurano umani a differenza di quelli noti da tempo che rappresentano soprattutto linee ed animali. Spiega Luis Jaime Castillo Butters, co-scopritore dei nuovi geoglifi: “La maggior parte delle figure sembra rappresentare dei guerrieri. Quando vennero incisi nel terreno erano sicuramente visibili da una certa distanza, ma il tempo li ha quasi cancellati del tutto. La loro scoperta racconterà molte cose finora sconosciute sulle culture che hanno preceduto quella di Nasca”.


Altre ”linee’ di Nazca
La scoperta dei nuovi geoglifi arriva quasi per caso. Tutto inizia nel 2014 quando un gruppo di ambientalisti di Greenpeace aveva danneggiato, durante una delle loro proteste, uno dei più famosi disegni di Nazca, il “colibri”. Gli Stati Uniti diedero allora una sovvenzione al Perù per ripristinare la figura e sollecitarono l’assunzione di Johny Isla, noto restauratore peruviano. Isla si mise a lavorare con Castillo, grande sostenitore dell’uso dei droni per cercare e studiare i siti archeologici peruviani. Nel contempo arrivò a dare una mano anche Sarah Parcak, nota per aver individuato centinaia di aree archeologiche in Egitto con l’uso dei satelliti. Parcak nel 2016 aveva fondato l’iniziativa GlobalXplorer, che si prefigge di aiutare normali persone ad analizzare immagini satellitari alla ricerca di siti archeologici ed eventuali segni lasciati da saccheggiatori. L’iniziativa portò ad individuare numerosi luoghi dove vi erano segni di saccheggi. Castillo volle rilevare le aree in dettaglio e lo fece con l’uso di droni. Questo portò non solo a confermare l’esistenza dei saccheggi, ma anche a mettere in luce i nuovi geoglifi.


Una ricostruzione di come lavoravano i Nasca
La ricerca tuttavia non è finita, perché il progetto GlobalXplorer ha già contrassegnato centinaia di nuovi potenziali siti che gli archeologi andranno ad analizzare in autunno e in inverno. Ora si tratta di proteggere, catalogare e studiare i nuovi misteriosi disegni che rendono ancor più affascinante l’intera area desertica del Perù.

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